Les Bleus Vénitiens
Manfredo Manfroi, Président du cercle photographique ’La Gondola’’:
Venise est une ville d’images par excellence ; depuis l’antiquité sa beauté a inspiré peintres et poètes. La photographie, dernière née parmis les arts figuratifs, a trouvé dans les innombrables situations que le territoire lagunaire offre au plaisir du regard, un terrain fertile pour son application; Tel a été le cas depuis son origine et l’on peut bien affirmer que par elle le mythe de Venise a trouvé son ultime consacration. Tous ceux qui, par n’importe quelle raison, sont entrés en contact avec la ville de la lagune, n’ont pas su se soustraire à son charme et à l’obligation d’en ramener un souvenir durable, souvent sous forme d’image photographique. La file des auteurs qui au cours des années ont fourni des versions différentes mais toujours originales et touchantes, est très longue.
Il en est de même dans la tradition du grand « Circolo la Gondola” auquel Fabrizio Uliana appartient. Tradition remontant à l’après-guerre immédiat qui a permis, grâce à l’objectif de ses innombrables champions – Paolo Monti, Gianni Berengo Gardin, Fulvio Roiter e tant d’autres – de renouveler le parcours figuratif en l’élargissant vers des espaces moins connus, mais également pleins de poésie et de charme.
Il en est de même pour Fabrizio Uliana lequel, marquant son itinéraire descriptif avec une trace bleue (trace de « bleu »), se mesure avec certains des thèmes plus classiques et caractéristiques.
Il raconte la « barena » (lagune), lieu primaire de la naissance de la ville, les étroites « calli » (ruelles) avec des perspectives inédites, les menus épisodes de la vie quotidienne, les évènements atmosphériques qui à Venise assument toujours une connotation spéciale.
La confrontation avec la modernité ne manque pas : les énormes paquebots, nouvelles formes d’art qui semblent en tout cas s’adapter à un contexte unique au monde.
Le regard de l’auteur est classique, sans virtuosités et avec une grande maîtrise du moyen technique, en cherchant de combiner l’objet de l’image avec l’esprit créatif.
Tout, dans les photographies de Fabrizio Uliana, assume une suggestion féérique, une aura spéciale qui nous renvoit à l’essence même de ce lieu, rêvé et aimé par tous, même par ceux qui n’ont jamais pu le visiter, mais duquel, grâce à la photographie, également à celle de Fabrizio Uliana, peuvent en savourer un fragment, une impression.
Et ceci n’est pas peu de chose.
Manfredo Manfroi, Président du cercle photographique ’La Gondola’’
Venise, mai 2010
Des expositions:
- Castiglione delle Stiviere (MN)
Villa Brescianelli, du 8 juin au 8 juillet 2010 - Anghiari (AR), Piazza del Popolo
salle audiovisuelle, du 2 au 12 septembre 2010 - Dinard (France), 29 rue Jacques Cartier
Temple de l’Ancienne, juillet 2010 - Bolzano / Bozen, Piazza Walther 1
Stadt Hotel Città, du 30 octobre 2010 au 9 janvier 2011
Ce qui suit n’a pas encore été traduit
Fabrizio Uliana:
Les Bleus Vènitiens fa parte di un “ work in progress” iniziato per scherzo a Natale del 2009 a Parigi quando degli amici, conoscendo la mia passione amatoriale per la fotografia mi hanno chiesto di mostrar loro delle immagini su Venezia.
Abito a Venezia dal 1995 ed è superfluo dire che il primo impatto con Venezia toglie il respiro. E’ sicuramente questa la sensazione che ha chi giunge a Venezia per la prima volta in treno scendendo i gradini della stazione: è una sensazione molto più forte di quanto qualsiasi film, video, pubblicità, libro o altro può procurare.
Venezia colpisce tutti i miei sensi, spesso contemporaneamente, con intensità maggiore di quanto riesca a fare qualsiasi città che io conosca.
E comunque è una città che mi genera odio e amore, una città ritratta su se stessa nel tentativo di sfuggire al soffocamento dell’ovvio e del’omologazione.
Sono sempre stato reticente a mostrare le mie foto su Venezia: la paura di ripetere immagini fotografiche già viste, la paura di essere influenzato con più o meno forza da altri autori, in particolare per me socio di uno dei più prestigiosi circoli fotografici italiani, frequentato nel passato e nel presente da grandi e famosi personaggi.
Cosa avrei potuto esibire su questa città se non foto già viste, immagini impresse nell’album della memoria di ogni persona?
E’ facile trovarsi vincolati a considerazioni di questo genere e aver paura di confrontarsi e non produrre nulla.
Ma perché non accettare la sfida?
Con la consolante verità che, ognuno di noi vede e percepisce in modo diverso e porta con sé esperienze visive diverse, decido di sperimentarmi dandomi l’obiettivo di essere sincero con me stesso, sperando in un risultato non dico originale ma che cerchi di tradurre in immagini ciò che la città mi trasmette e far percepire qualcosa di questi sentimenti, di queste emozioni.Di rappresentare le contraddizioni di questa Venezia cercando di far diventare i miei occhi quelli di Venezia stessa.
E con questa considerazione decido di sperimentarmi scegliendo immagini che ho scattato girovagando per la città da solo, con mia moglie e con gli amici.
Scopro che in tutte le foto si ritrova il blu con le varie gradazioni e da qui il titolo al lavoro.
Ed allora penso a questi scatti:
Scatti di blu come silenzio, condizione propria della bellezza, che ben rappresenta Venezia, un luogo che per chi senza orologio, è capace di guardare la sua anima lungo canali e luminosità improvvise, imprevedibili, che non provengono dalla regolarità del conformismo
Il blu della tranquillità dell’acqua che dona una percezione sensoriale di dolcezza, un contenuto affettivo di tenerezza
Scatti del mistico blu laguna
Scatti del melanconico amore gridato da un lenzuolo
Scatti di un blu cristiano della calma e della serenità di due persone che dialogano immersi in un rosso d’altri tempi
Ma è anche il blu autobiografico della mia angoscia, come quello nero dell’acqua alta; delle mie insicurezze, della mia inquietudine rispetto il mio quotidiano veneziano:
il blu devastante dei maxi cartelloni carichi di una pubblicità ”violenta e invasiva”
Il blu plastica delle coppie in gondola
il blu cianotico causato dai i suoni improvvisi delle sirene delle grandi navi
il blu sangue rettile di Pinault che sembra divorare Venezia
il blu venoso di una emorragia di abitanti, ormai sotto i 60.000 che sopporta ogni anno la frequenza di venti milioni di persone, la decadenza di una città di sangue blu.
Un lavoro iniziato con 12 foto, con un itinerario, come dicevo inizialmente, work in progress per testimoniare la Venezia del futuro e di altre città d’acqua soprattutto per quanto attiene il tema del water front in questo incontro difficile:
tra terra e acqua;
tra memorie storiche e progettazioni avveniristiche;
tra “quattro ciacole in campo” e spaesamenti emergenti.
Sperando comunque che la bellezza non sarà sepolta ma sarà salvaguardata, per poterci ancora salvare come dice Dostoevskij.
Tutte le immagini sono state prodotte in un’unica stampa su carta Kodak Ultra endura HD, cm 30 per 45; autografate sul retro.
Le foto in esposizione sono state stampate su carta Kodak Ultra endura HD ed incollate su supporto forex.
Per la mostra di Anghiari sono state stampate in formato cm 40 per cm 60 le seguenti immagini: Bleu comme une orange; Bleu lagune; Bleu Aereogare; Bleu Burano; Bleu Veritas; Blu carnevale; Blu costa; Blu lacoste; Blu mostre; Blu palina; Blue coppia; Blu S. Marco.
Per la mostra di Bolzano: sono state stampate in formato cm 60 per c 90 le seguenti immagini: Bleu miroir; , Sang bleu. In formato cm 80 per cm 100 le seguenti immagini: Carte bleu; Bleu bateau; Bleu lagune.
© Fabrizio Uliana 2010;
archivio F. Uliana